LINEE ARCHEOLOGICHE

Ritrovamenti archeologici

Recenti ritrovamenti hanno confermato la presenza d'insediamenti umani in epoca preistorica nella Valle del Garza e sulle alture circostanti. Si trattò, certamente, di presenze temporanee, occasionali, condizionate dal migrare stagionale della selvaggina che era varia e numerosa.
Al Paleolitico medio sono ascrivibili una serie di rinvenimenti sull’altopiano di Cariadighe (Serle). Tra questi, particolarmente importante e ben studiato è l’accampamento di Fienile Rossino , presso la sella di comunicazione tra l’altopiano di Cariadighe e le Coste di S. Eusebio (a 925 m s.m.). Qui furono ritrovati più di 1600 manufatti e più di 200 strumenti utilizzati da un’ancestrale comunità accampata in loco, probabilmente per la durata di una stagione di caccia. I reperti sono databili tra il 5750 e il 5600 a.C.
Al Neolitico (4000 – 3000 a.C.), sono invece riconducibili i numerosi manufatti in selce e le ceramiche ritrovate nel 1982 in località Vho, in prossimità dei confini del nostro paese.
Del periodo Eneolitico (3000 – 2000 a.C.) sono due selci, lavorate con tecnica bifacciale e scheggiatura molto accurata, ritrovate nel 1979 in località Corna di Caino.

La presenza d'antiche popolazioni cenomane che si stanziarono nella valle del Garza nel VI secolo a.C. è attestata da reperti (sarcofagi, monete, terrecotte) ritrovati a Bovezzo e a Nave, verso S. Vito, e dall’onomastica di numerose epigrafi d’epoca romana.
Per l’età romana, la Valle del Garza, e in particolare il territorio di Nave, ha restituito una ricca documentazione archeologica con rinvenimento di gruppi tombali, materiale epigrafico, tracce d'insediamenti soprattutto presso gli edifici di culto plebani.

 

Per quanto riguarda il territorio di Caino le testimonianze dell’età romana sono rappresentate da:

- epigrafe in pietra di Botticino, parte superiore di un monumento funebre, attribuita al I/II secolo d.C., con l’iscrizione:
P (ublius) Coelius / P(ubli) l(ibertus) Emptus t(estamento) f(ieri) i(ussit)
[ Publio Celio Empto, liberto di Publio, comandò per testamento che gli fosse eretto]

- lastra sepolcrale modanata, d'età augustea, con l’iscrizione:
G(aio) Septumio / G(ai) f(ilio) Fab(ia) trib (ù) / Clhoe p(pecunia) s(ua)
[ a Gaio Settimio, figlio di Caio della tribù Fabia, Cloe pose a sue spese]

- due tombe alla cappuccina, rinvenute nel 1961 a Villa Sera e il cui corredo è ora conservato presso il Museo Romano. Quattro i pezzi meglio conservati: un'anforetta a due anse a listello, un “poculum” monoansato ed un altro biansato (databile IV secolo d.C.), una lucerna di terracotta del III secolo d.C.

- tracce d'abitato rurale, databile al I secolo d.C. in località Messane dove nel 1995 furono rinvenuti pietrame e tracce di muro, laterizi (coppi ed embrici), frammenti ceramici, vitrei, ossei e ferrosi.

- tracce d’insediamento dell’età augustea e tiberiana in località Pozzolo – Morpiane dove nel 1982 furono rinvenuti: un mortaio in pietra, un blocco squadrato di Botticino, muretti di pietrame di medolo con tracce di un grande incendio, scorie di fusione, frammenti ceramici e vitrei.

- necropoli romana in località Cloasso. Delle dodici tombe rinvenute sette sono deposizioni in fossa con rito incineratorio diretto databili II – III secolo d.C., tre sono deposizioni ad inumazione del IV secolo, due sono le strutture a cassetta in pozzetto ove non sono stati ritrovati reperti. Il corredo delle tombe è rappresentato da olpi, olle, ciotole, bicchieri, lucerne.

Riferimenti Normativi

Ultima modifica: Mer, 05/08/2015 - 10:05