Chiesa Madre

Chiesa Maria SS. Assunta – Tusa

 

Dedicata a Maria Santissima Assunta, la Chiesa Madre sorse nel Cinquecento nella parte alta del paese, tra il cosiddetto “Arco della Porta”, la Torre Civica e la Piazza Principale.
Qui sorgeva un grande edificio fortificato detto il Palazzo e comprendente l’attuale Torre civica, sede del “capitano” e della gendarmeria. L’attuale piazza principale costituiva il cortile del Palazzo, dal quale partiva la via Alesina, la strada principale del centro storico. Nel cortile del Palazzo si apriva la cappella dedicata alla Madonna delle Grazie, che custodiva un dipinto della Madonna su ardesia, forse della scuola di Antonello da Messina.
Il suo pregevole portale avente caratteri tardo gotici e la Torre Civica, d’epoca medievale, costituiscono un insieme architettonico di grande effetto. La Matrice ha raggiunto le attuali proporzioni e caratteristiche dopo il 1700.
Nel Cinquecento, infatti, la vecchia chiesa matrice di San Nicola era divenuta ormai insufficiente e per la costruzione di una nuova chiesa si decise di demolire il Palazzo del quale rimase solo la Torre che continuò ad essere utilizzata come carcere (ancor oggi, sul lato destro dell’edificio, è visibile il punto dove venivano legati ed esposti alla “gogna” i bestemmiatori). Nel 1538 ne venne decisa l’erezione e la piccola cappella del Palazzo, dedicata alla Madonna delle Grazie, fu dunque allargata e trasformata in Chiesa Madre. Contemporaneamente vennero edificate cappelle del SS. Sacramento, del SS. Rosario, e delle Anime del Purgatorio, gestite dalle confraternite omonime costituitesi nella stessa epoca. Le cappelle furono successivamente integrate nella chiesa principale.
I lavori di ampliamento non furono eseguiti a regola d’arte e la chiesa fu danneggiata gravemente dal terremoto del 1693 da rendere necessaria la demolizione di tutte le strutture fino ad allora realizzate. Dopo il forzato abbattimento del complesso, la ricostruzione della chiesa fu affidata nel 1736 a Francesco Ferrigno, architetto del Tribunale dei Reali Patrimoni di Palermo.
La chiesa ebbe una pianta basilicale a tre navate, con tre absidi e transetto che riutilizzarono le strutture della chiesa precedente. Sotto il coro venne ricavata una cripta. All’interno le navate sono separate da colonne su due ordini con archi a tutto sesto. La navata centrale è coperta da una volta a botte lunettata, le navate laterali da volte a crociera. Furono ricostruite ad un livello più alto anche le cappelle del Santissimo Sacramento, del Santissimo. Rosario e delle Anime del Purgatorio, mentre gli spazi sottostanti furono adibiti a sepolture. L’esterno dell’edificio è ricco di motivi ornamentali, realizzati in pietra lavorata da maestranze qualificate. La facciata è rimasta incompiuta e prevedeva due ordini. La chiesa presenta tre ingressi: quello principale è l’antico portale in stile tardo gotico, rimaneggiato e ampliato, mentre quelli laterali sono caratterizzati da forme e decorazioni barocche. L’ingresso sul lato meridionale è stato ornato con il vecchio portale d’ingresso della cappella delle Anime del Purgatorio. La prevista cupola non venne realizzata per protesta sulla mancata attribuzione della sede vescovile a Tusa.
La nuova chiesa fu riaperta al culto nel 1754. Nello stesso anno venne costruita la sacrestia e nel 1777 il pittore Michele Calabrò ricevette l’incarico d’abbellire la volta del coro e l’altare maggiore con un dipinto raffigurante l’Assunzione. Nel 1778 la chiesa, completa di tutti gli altari e del pavimento di marmo, venne consacrata a Maria Santissima Assunta.
All’interno sono conservate opere pregevoli di Simeone Li Volsi, Michele Calabrò e Giuseppe La Marca di Palermo.
Sull’altare maggiore fu collocato un trittico marmoreo del 1525, attribuito al Gagini, proveniente dalla chiesa di Santa Lucia. In una nicchia dietro l’altare fu collocata la statua lignea della Madonna Assunta o Immacolata, scolpita da Simeone Li Volsi nel 1644. Lo stesso artista realizzò le sculture in gesso di santi e profeti che ornano le pareti del coro.
La cappella del Santissimo Sacramento conserva un altare intarsiato di Salvatore Allegra, del 1782, arricchito da elementi di argento. Una balaustra in marmo limita l’ingresso e le pareti sono decorate a stucco. La cappella del Santissimo Rosario si trova all’estremità del transetto: sull’altare una statua lignea della Madonna di Simeone Li Volsi, del 1632. La Cappella del Crocifisso, ospita un altare in marmo acquistato a Messina dopo il terremoto del 1908. Vi si conserva la statua in marmo, attribuita al Gagini, del 1472 che raffigura la Madonna della Mercede. La cappella delle Anime del Purgatorio conserva un quadro dello Zoppo di Gangi.
Il primo altare della navata sinistra, dedicato ai Santi Cosma e Damiano, protettori dei Padri Altaristi, presenta un dipinto di Francesco Bonomo, del 1783. Sul secondo altare, dedicato alla Madonna della Mercede, si trova una statua di marmo scolpita nel 1472 ed attribuita al Gagini. Sopra la porta laterale, attualmente si trova il dipinto su ardesia della Madonna delle Grazie, proveniente dalla cappella nel cortile del Palazzo. Nella chiesa si conserva una reliquia di Santa Rosalia, donata alla comunità di Tusa dall’arcivescovo di Palermo nel 1625,
Prima del 1940 nella piazza esisteva una vasca protetta da un’inferriata, dove era collocata la statua di Claudio Pulcro, rinvenuta ad Alesa, oggi nell’aula consiliare del Comune.

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Ultimo Aggiornamento 22 Novembre 2013 alle 10:27