Sei in: home » Territorio e Ambiente » Storia e territorio
Popolazione residente: 2.917 (Censimento Istat 2001) - 3.202 (al 31.12.2014 )
Superficie: 42,99 kmq
CAP: 51010
Prefisso Telefonico: 0572
Codice Istat: 047007
Codice Catastale: E960
Sede del Comune: Marliana (460 mt. Slm.)
Frazioni: Avaglio, Casore del Monte, Femminamorta, Momigno, Montagnana, Panicagliora, Serra Pistoiese.
Distanze: Marliana dista 19 km da Pistoia, capoluogo della omonima provincia cui il comune appartiene, 50 km da Firenze, 38 km da Lucca, 60 km da Pisa, 120 km da Siena.
Confini: Nord: Piteglio, Nord-Est: Pistoia, Sud-Est: Serravalle Pistoiese, Sud: Montecatini Terme, Sud-Ovest: Massa e Cozzile, Ovest: Pescia
COME ARRIVARE
STORIA
Terre popolate sin dalla preistoria, furono abitate prima dai liguri e, probabilmente già dal III secolo a.C, dai coloni romani. Scavi archeologici hanno riportato in luce reperti di notevole importanza relativi ad un insediamento che dovette sorgere nei pressi di Casore del Monte, dove è stata trovata una sepoltura del III secolo a.C. Nella tomba, rinvenuta casualmente nel 1930, vennero trovate almeno quattro monete. delle quali una, un'asse onciale di bronzo, risale al 214 a.C.
Queste terre attraversate sin da età remote da strade dirette ai valichi appenninici, conservano tratti ancora ben riconoscibili degli antichi selciati. A tal proposito è suggestiva e forse non del tutto priva di fondamento l'ipotesi che tali percorsi siano stati quelli seguiti da Annibale nella sua marcia verso Roma nella primavera del 217 a.C..
I nomi di alcune località testimoniano la romanizzazione del territorio: Casore deriva il nome da casa, Momigno da Maminius o Mamilius e Marliana forse da un Marilius. Questi ultimi, nomi propri di persona, farebbero ipotizzare la presenza di appezzamenti di terreno dati in ricompensa ai soldati che avevano contribuito alla colonizzazione di nuove terre.
Più tardi, ai tempi delle invasioni longobarde del VI secolo d.C., queste medesime terre si trovarono sulla linea difensiva approntata dai Bizantini per far fronte alle schiere degli invasori. Le vicende militari che continuarono ad interessare queste montagne per lungo tempo, si acuirono in età comunale, quando Marliana, per la sua posizione geografica, divenne l'avamposto pistoiese verso i territori di influenza lucchese. Il castello, spesso teatro delle aspre contese comunali, nel 1177 venne assediato e quindi distrutto dalle schiere della vicina Montecatini.
Nel 1319 Marliana e gli altri castelli della montagna vennero occupati dalle milizie del condottiero lucchese Castruccio Castracani, per poi, alla morte di questi, passare a Pistoia, quindi a Firenze.
La presenza fiorentina restituì ai castelli la pace, ma non l'autonomia politica, che sino ad allora ne aveva favorito lo svi1uppo.
La popolazione, decimata dalle epidemie del secondo Trecento, conobbe un certo incremento durante i primi anni del XV secolo, per poi crescere costantemente nei secoli successivi sino al primo Ottocento, quando si verificò un vero boom demografico.
Con il secondo Ottocento la popolazione decrebbe sino al vero e proprio esodo patito dai comuni montani in questo secolo, quando Marliana e gli altri castelli si sono trasformati in località preminentemente volte al turismo estivo.
L'economia, un tempo esclusivamente agricolo - pastorale, oggi ha trovato importanti sbocchi nel turismo, grazie alle caratteristiche proprie di un territorio nel quale si coniugano la moderata altitudine, il clima mite ed un paesaggio dalle caratteristiche decisamente montane. L'agricoltura, anche se non più unica fonte di reddito, vanta prodotti di particolare pregio, quali una particolare qualità di patate e, a quote più basse, l'olivo e la vite, che alimentano un'ottima cucina dei numerosi ristoranti di queste montagne.
Marliana
Il primo nucleo fortificato del borgo, noto sin dal 1137, sorgeva probabilmente là dove in età successive, vennero edificati la pieve e il palazzo comunale. L'antica rocca di Marliana, distrutta nella seconda metà del XII secolo durante gli scontri che la opposero a1la vicina Montecatini, venne ricostruita probabilmente già pochi anni dopo la pesante sconfitta subita nel 1177.
Della muraglia che cingeva il nucleo abitato rimane soltanto un breve tratto, mentre l'assetto complessivo del borgo, con le ripide stradine interne che convergono verso la parte alta del paese, ripete ancora quello dell'antico fortilizio.
La chiesa di S. Niccolò, nei cui pressi sopravvivono i resti di. un'antica porta castellana, documentata sin dal 1373, fu elevata a Pieve nel 1593. Fu trasformata radicalmente nel Seicento e poi ancora nell'Ottocento, cosi che rimangono soltanto poche tracce dell'impianto originario delle murature esterne.
Fanno parte del patrimonio della pieve pezzi assai pregevoli, come alcune opere di scuola robbiana, ovvero una statua in terracotta policroma della prima metà del Cinquecento raffigurante la Madonna con il Bambino, riconducibile alla cerchia dei Buglioni, e una coppia di Angeli genuflessi reggi candelabro.
La fattura delle due statuette, realizzate entro il primo decennio del Cinquecento, è tale da indurre l'attribuzione a Benedetto Buglioni.
Presso la chiesa sorge l'oratorio seicentesco che un tempo fu sede della Compagnia di S. Antonio Abate.
Panicagliora
Il borgo, di aspetto moderno, risale agli inizi di questo secolo, quando negli anni Venti la zona cominciò ad essere frequentata da quei turisti dalla stazione termale di Montecatini si spingevano alla scoperta delle campagne circostanti.
Oggi è una vivace e ben attrezzata località di villeggiatura, circondata da fitti boschi di castagno alternati a vaste e soleggiate radure.
Posta in una incantevole posizione, trae parte del suo fascino dagli incantevoli panorami sulle creste e, in condizioni ottimali di visibilità, sui lontani castelli toscani e la cima del Monte Amiata.
Avaglio
Il toponimo, nella sua forma più antica di Lavagium, è documentato fin dal XIII secolo, ed è attribuito ad un piccolo comune del distretto pistoiese.
Piccolo fortilizio dell'alta valle della Nievole, nella prima metà del Trecento, durante le ultime campagne di Castruccio Castracani, Avaglio subì danni irreparabili: il castello fu dato alle fiamme, la campana della torre venne presa come preda di guerra e trasferita sul campanile di Vellano, gli abitanti furono costretti a trasferirsi a Marliana.
Cinquant'anni dopo un inventario del Comune di Pistoia definiva ancora Avaglio Castrum derelictum; dovettero quindi trascorre molti anni prima che il luogo tornasse a vivere come nucleo abitato.
La chiesa, dedicata a san Michele Arcangelo, risale ai primi del Trecento, ma venne distrutta durante l'assalto delle milizie di Castruccio Castracani.
L'antico oratorio, che aveva anche funzioni di ospedale, fu poi a lungo custodito da un eremita e divenne parrocchia soltanto alla fine del Settecento.
La chiesa ha oggi aspetto ottocentesco con poche tracce superstiti delle antiche strutture.
Serra Pistoiese
Sebbene l'ipotesi della origine romana del borgo sia oramai caduta, Serra è comunque molto antica. La prima memoria è del 1040, ma e molto probabile che l'abitato esistesse già prima dell'anno Mille. Roccaforte dei conti Alberti di Capraia, il castello fu ceduto alla fine del XIII secolo ai pistoiesi che lo utilizzarono come presidio contro i vicini territori lucchesi. Distrutto nel 1327 da Castruccio Castracani, venne subito riedificato.
Assai singolare è l'assetto urbanistico del borgo, che si sviluppa lungo il crinale del monte, con una via centrale che collega le due antiche porte d'accesso ancora inserite nell'antico perimetro fortificato.
La chiesa castellana, dedicata a san Leonardo, esplica funzioni battesimali da che fu distrutta l'antica pieve di S. Andrea di Furfalo. Inserita nel perimetro della mura castellane, ha l'abside simile a un torrione di guardia e forse l'alto baluardo, prima delle trasformazioni trecentesche, assolveva proprio questo compito. L'interno, con una pianta pressochè quadrata, è suddiviso in tre navate da due file di colonne con archi trasversi di collegamento.
Di indubbio interesse sono i capitelli medioevali in pietra, alcuni dei quali sono decorati con scene tratte dall'Antico Testamento.
Nel campanile, facilmente identificabile come torre di guardia, è aperta l'antica porta castellana, sormontata da un bello stemma mediceo.
Casore del Monte
Il castello di Casore, parte integrante dell'organizzazione difensiva di Pistoia, sorse probabilmente ai primi del Duecento.
Oggi non rimarrebbe traccia dell'antico fortilizio, se non fosse per l'impianto urbanistico del paese stretto in circolo intorno alla chiesa e al campanile, un tempo torre di guardia.
La chiesa di S. Bartolomeo, la cui origine non è nota, è documentata sin dal XIII secolo. L'aspetto odierno le deriva in parte dalle notevoli sopravvivenze medioevali, in parte dai lavori di ampliamento promossi in età medicea. Della struttura medicea resta visibile solamente l'abside, mentre il campanile, la cui base occupa l'ultimo modulo della chiesa, conserva invece integralmente l'aspetto primitivo: una vera e propria torre di guardia chiusa da una muraglia in pietra con quattro sole aperture nella cella campanaria. L'interno, suddiviso in tre navate è scandito da massicci pilastri che racchiudono le antiche colonne in pietra.
A fianco della torre si trova un piccolo Museo di interesse locale.
Momigno
Nel 1064 si ricorda nel documenti una villa di Momigno, ovvero una piccolissima comunità rurale, dipendente dalla Pieve di Celle.
Nel XIII secolo Momigno divenne comune rurale, e più tardi castello murato, ma nessuna traccia testimonia oggi l'esistenza della fortificazione, se non il caratteristico assetto urbano.
Nella parte più alta dell'abitato si trova la chiesa di S. Donato, le cui strutture medioevali sopravvivono oggi in parte dei muri perimetrali. Fu prima parrocchia dipendente dalla pieve di Celle, in seguitò, nel 1547, venne unita all'ospedale di S. Maria Nuova di Firenze e infine elevata al rango di Pieve. Più volte rimaneggiata, ha oggi aspetto. settecentesco.
A Momigno sopravvivono tracce della tradizionale economia rurale, e un artigiano realizza a mano i testi in pietra per fare i necci, particolari focacce a base di farina di castagne , che vengono ancora oggi cotte a strati alternate a foglie di castagno tra due testi roventi.
Montagnana
Documentata come villa già dal 1067, Montagnana divenne poi uno dei borghi fortificati controllati dal comune di Pistoia.
La sua chiesa, dedicata ai santi Giusto e Lucia, fondata probabilmente prima del XII secolo, è documentata soltanto a partire dal 1345 con il solo titolo di S. Giusto. Trasformata e ampliata nel corso dei secoli XVII e XVIII, conserva tracce della struttura medioevale sul fianco settentrionale, rimasto sostanzialmente integro.
Il campanile, che, come testimonia una lapide collocata. sopra la porta, fu modificato nel 1724, è impostato su una grande volta che probabilmente corrispondeva ad una porta del perimetro fortificato del castello.
(tratto dal volantino realizzato da A.P.T. Azienda di Promozione Turistica "Abetone-Pistoia-Montagna Pistoiese" e con il contributo del Comune di Marliana).
TERRITORIO
Il territorio del Comune di Marliana, con gli antichi castelli di Marliana, Montagnana, Momigno, Casore e Serra, estendendosi tra la pianura e le più alte vette dell'Appennino tosco - emiliano, interessa un'area montana di media altitudine, caratterizzata da fitte foreste, soleggiati declivi e vaste aree coltivate.
Zona in gran parte coperta da fitti castagneti, spesso si apre nei dolci declivi alle pregiate coltivazioni della vite e dell'ulivo.
I video che seguono, il primo realizzato da Filippo Bernardi e il secondo dall'Istituto d'Arte di Firenze, hanno lo scopo di dare al turista una panoramica più ampia della bellezza paesaggistica e naturale di questo territorio.
Portale Web e Content Management System realizzati da SPAD srl | Openpage CMS