Sei in: home » In primo piano » Il Comune di Marliana sostiene Sakineh
La vicenda di questa donna iraniana di 43 anni, madre di due figli, ha fatto il giro del mondo in pochi giorni per essere stata giudicata, da un tribunale del proprio paese, colpevole di adulterio e quindi condannata alla lapidazione. Del caso si è interessata la stampa mondiale e le pressioni avevano inizialmente spinto Teheran a commutare la pena da lapidazione in impiccagione
Secondo il Comitato Internazionale contro le esecuzioni, le autorità di Teheran avevano autorizzato la condanna per il 3 novembre ma Mina Ahadi, la portavoce del Comitato internazionale contro le esecuzioni, ha dichiarato che Sakineh non è stata giustiziata.
Secondo le ultime stime redatte da organizzazioni umanitarie, in Iran ci sarebbero circa 150 donne in attesa di essere lapidate.
La lapidazione resta in vigore, come sanzione penale, in diversi paesi o regioni di paesi, tra cui, oltre all'Iran, l'Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, la Nigeria, il Pakistan, il Sudan e lo Yemen. Nella provincia di Aceh, in Indonesia, la pena della lapidazione è stata introdotta nel 2009.
Allegati da scaricare:
Ordine del giorno per richiedere il definitivo annullamento del procedimento giudiziario e della condanna a morte tramite lapidazione della cittadina iraniana Sakineh Mohammadi Ashtiani
Approfondimento sul caso di Sakineh tratto dal sito di Amnesty International (aggiornato ad ottobre 2010)
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