L'anno 1939, ad opera di un avventuriero proveniente da Tortorici, sorgeva in Maniace, sulla fascia laterale della regia trazzera Catenanuova-Alcara Li Fusi, all'altezza del casamento di Fondaco, la prima costruzione privata non di proprietà ducale. Nel tempo l'esempio venne seguito, nonostante le proteste dell'Amministrazione Nelson, da molti inquilini del feudo: furono gli umili inizi dell'attuale agglomerato urbano. Il casolare, poi, trovandosi non in territorio dei Nelson ma su un suolo pubblico, quale era la regia trazzera, divenne, anche, luogo ideale per il convegno dei primi attivisti politici di sinistra, sicuri di trovarsi, con là, al riparo degli sgherri del feudatario.
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Per la macina del grano esistevano nella vallata di Maniace due antichissimi mulini ad acqua funzionanti fino al 1950; altri sorgevano numerosi lungo tutto il bacino montano del Simeto.
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Queste cavità, probabilmente, di origine preistorica vennero, talvolta, usate, al tempo della Ducea Nelson, come abitazioni per le famiglie coloniche, al di sopra delle quali, in posizione dominante, quasi ad evidenziare i rapporti di supremazia, sorgeva il palazzotto del signore feudale. Allo scopo di aumentare l'estensione dei terreni agricoli la Ducea ricorse sbrigativamente al taglio di una parte dei suoi boschi. Il legno trovò lenta combustione per mano dei carbonai. Per molti anni i boschi esalarono fumo e acre odore di carbone. Poi, sui monti disboscati, arrivò l'aratro a preparare il terreno per la semina.
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La donna di Maniace oltre a soddisfare gli impegni casalinghi si associava all'uomo anche nei duri lavori dei campi. Questo suo spirito di sacrificio e la sua grande capacità di adattamento hanno determinato il sorgere dell'attuale Comunità maniacese. Partorivano con estrema facilità. Forse perché favorite dalle fatiche cui continuavano ad esporsi anche durante l'attesa. La qual cosa sembra sfatare tutte le teorie odierne intorno alle precauzioni cui le gestanti devono sottoporsi.
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Un fanciullo del latifondo Nelson, anno 1950. Emblematica immagine della vita di squallore e di miseria che si conduceva nel feudo.
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Alcuni bambini di Maniace |
Le case coloniche, o masserie, venivano costruite dalla Ducea per l'alloggio dei gabelloti e per il ricovero delle famiglie dei mezzadri; ma la stragrande maggioranza degli inquilini abitavano in piccoli "tukul" da loro stessi costruiti.
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Resti di una delle tante case coloniche in via L. Grassi
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Resti di una delle tante case coloniche in c.da Piana
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Ciò che serviva ai contadini per lavorare
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Esempio di architettura colonica.
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Tipica casa coloniale.
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Tipica casa coloniale.
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